Egregio dott. Testa le scrivo per porle un quesito riguardante un grosso problema che mi assilla da ormai quattro anni: da quando cioè i nuovi proprietari dell’appartamento sovrastante il mio (io abito al 2° piano) si sono insediati in casa loro. Come prima ho accennato il mio appartamento è situato al 2° piano in una palazzina di quattro piani e i miei rumorosissimi vicini abitano in un appartamento situato al 3° piano proprio sopra e in corrispondenza dell’appartamento ove abito io e del quale sono proprietario. I disturbi in fatto di rumori che giornalmente lamento si collocano principalmente ( nelle altre fasce orarie non si sente quasi nulla, o se qualcosa si sente si è di buon grado disposti a tollerarlo perché si verifica quando la gente lavora o esplica normali attività che per generale consenso hanno luogo negli orari a tutti noti e da tutti accettati in base a criteri di buon senso ) nelle ore pomeridiane e nelle prime ore notturne ( dalle 22,30 a quasi, ma talvolta anche ben oltre le 24,00 ), quando, credo, ognuno di noi ha il sacrosanto diritto a riposare. La coppia che abita in questo appartamento, da circa 3 anni ha anche un figlioletto al quale tutto permette senza alcun freno: questo bambino negli orari prima detti corre lungo il corridoio e le stanze, scaraventa a terra oggetti massicci, si mette nei balconi e grida a squarciagola prendendo a calci le inferriate dei balconi e battendo con forza i piedi a terra, i genitori non son di meno rispetto al loro ” frugoletto ” perché anche loro sbattono sedie, strisciano oggetti pesanti come poltrone e tavoli, talvolta il padre crede di essere un grande percussionista visto che batte a suon di musica sul pavimento, su tavoli o su tutto ciò che gli capita sotto mano. Tutto questo quadro si completa con biancheria stesa a poca distanza dalle inferriate dei nostri balconi e col modo del tutto opinabile in fatto di civiltà che ha la moglie di spazzare i balconi e di gettare la polvere e le varie schifezze sotto ed è ovvio che il primo “destinatario” di tutta questa bella roba che cade sono proprio io. Concludo, dicendole che molti sono stati i tentativi miei e dei miei familiari di risolvere questi problemi andando da questa coppia, esponendo a loro il fatto che così non si può andare avanti, che non possono comportarsi indiscriminatamente in questo modo limitando di fatto la libertà di altri condomini, come nel caso in questione il sottoscritto, anche perché’ loro vivono in un condominio dove vigono, almeno credo, precise regole e non in un villino privato separato da tutti. I tentativi da noi fatti di risolvere col dialogo e con argomentazioni basate sul buon senso, civiltà e educazione sono completamente falliti. Loro rispondevano sempre scusandosi ma di fatto continuavano a fare ciò che sempre hanno fatto, ed anzi, con l’andare del tempo sempre peggio. Come le ho scritto prima, egregio dott. Testa, le chiedo a questo punto che via posso percorrere dato che non intravedo nessuna precisa normativa che regoli questo genere di controversie e che la convivenza di civile vicinato è diventata per me impossibile con queste persone, fermo restando che la ricerca fatta dal sottoscritto è stata condotta con criteri non specialistici e professionali che certamente un ” addetto ai lavori” autorevolmente qualificato come Lei ha.
Ringraziandola anticipatamente per una sua risposta, le porgo i miei più cordiali saluti.
Michele Arcidiacono
Purtroppo come lei ha ben precisato è un modus vivendi non consono al vivere civile di questi signori, comunque non le resta altro da fare che recarsi presso gli organismi competenti e fare un esposto spiegando loro ciò che ha spiegato al sottoscritto.
Distinti saluti
Umberto Testa